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Il linguaggio delle zampe: segni indelebili che raccontano storie

Aggiornamento: 17 ott

Cuscinetti felini, i più adorati dal genere umano.


Le zampette dei nostri amici felini sono tra le parti del corpo che più ci fanno sciogliere: tenere, morbide, irresistibili.

E vogliamo parlare dei cuscinetti? Impossibile resistere!

Possono essere rosa, neri o persino multicolore, e il loro colore dipende dal pigmento del pelo: nei gatti neri di solito sono scuri, mentre nei mici più chiari tendono al rosa.



Foto di Dustin Humes 
Foto di Dustin Humes 

Le zampe sono solo irresistibili o hanno anche una funzione?


Segno identificativo

Sono proprio i cuscinetti a rendere il passo del gatto uno dei più silenziosi in natura. E non solo: ogni gatto ha un disegno unico sui cuscinetti, un po’ come le nostre impronte digitali.


Amortizzatori

Ma non finiscono qui le loro "super funzioni". I cuscinetti sono dei veri e propri ammortizzatori: proteggono ossa e articolazioni, sono fatti di tessuto adiposo legato al collagene e assorbono gli urti.


"Penna segreta"

Quando il gatto salta o atterra, diventano più compatti e rigidi, aiutandolo a non farsi male.

E c'è dell’altro. I cuscinetti non servono solo per camminare o saltare: sono anche una specie di "penna segreta".

I gatti, camminando, rilasciano messaggi attraverso ghiandole speciali.

Possono comunicare amore, paura o semplicemente dire: “Ehi, qui c’ero io!”.



La comunicazione chimica.

Il linguaggio più antico...e ancora super efficace!


Foto di fr0ggy5 
Foto di fr0ggy5 

Quando si parla di comunicazione chimica, si fa riferimento a un sistema antichissimo, il più vecchio in assoluto… ma anche uno dei più efficaci!

È un meccanismo rodato da millenni, ancora oggi usato da tantissimi animali — e in particolare dai gatti.


I gatti, infatti, "sentono" questi messaggi.

Soprattutto con l’olfatto, grazie a un organo speciale chiamato vomeronasale (si trova sul palato), che li aiuta a percepire i feromoni.

I feromoni, queste sostanze chimiche, vengono prodotte da varie ghiandole sparse sul corpo: sulle guance, intorno alla bocca, sotto le orecchie, nei cuscinetti delle zampe, nelle sacche anali, e così via.

Una volta prodotte, le molecole vengono rilasciate nell’ambiente — su oggetti, superfici, o persino su altri individui — per inviare segnali ben precisi.


Feromoni: certe cose non si dicono, si sentono.


I feromoni non spariscono in fretta: restano nell’ambiente e possono essere rilasciati sia di proposito, sia senza che l’animale se ne accorga.

Quelli “volontari” servono a marcare il territorio, attrarre un partner o gestire i rapporti sociali.

Quelli “involontari”, invece, entrano in gioco in situazioni più istintive, come la paura o l’attaccamento tra mamma e cuccioli.

Segnalano pericoli, aumentano l’allerta o creano quel legame profondo e rassicurante tra la madre e i suoi piccoli.


Non serve parlarne: è tutto scritto nell’aria.


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Foto di Anya Prygunova 


Quando la paura lascia il segno.


Immaginate un gatto un po’ timoroso di carattere, costretto ad affrontare un lungo viaggio chiuso nel suo trasportino per ore.

È stressato, suda dai cuscinetti delle zampe e quel sudore si deposita proprio lì, sulla superficie interna del trasportino.

Passano i giorni, il gatto torna a casa… e per caso si ritrova di nuovo davanti a quel trasportino.


Cosa succede?


Lo annusa. Riconosce quel messaggio chimico lasciato durante il momento di forte stress, e subito torna in allerta.

È come se qualcosa gli sussurrasse: “Occhio, qui non tira una buona aria”.


Questo succede perché, in situazioni di paura, il corpo del gatto reagisce in automatico: può sudare attraverso le zampe, a volte perfino svuotare le ghiandole anali.

È il suo sistema nervoso che si attiva.

Le molecole rilasciate in quel momento “si incollano” alle superfici e restano lì a lungo.

Anche a distanza di tempo, il loro odore può riportare alla mente lo stesso stato di tensione, e far scattare di nuovo l’allerta.


Veterinario? I gatti sanno tutto.


Puoi essere il veterinario più dolce del mondo, amante dei gatti, paziente e pieno di attenzioni… ma loro non si lasciano ingannare.


Appena varcano la soglia dello studio, il messaggio è chiarissimo:

“Fuggi, finché sei in tempo!”


Anche se nessuno lo vede, nell’ambiente ci sono segnali ovunque.

Ogni gatto visitato prima ha lasciato tracce chimiche di paura: sudore dai polpastrelli, magari qualche goccia di urina o feci se lo stress era davvero intenso.

Tutto finisce sul lettino, sulla bilancia, sul pavimento.

E ogni nuovo arrivato lo percepisce subito.


Il risultato?

Un gatto che si irrigidisce, abbassa la testa, tiene la coda tra le zampe, ha le pupille spalancate e le orecchie basse. È in allerta totale.

I feromoni di allarme, infatti, non sono solo persistenti: sono veri e propri messaggi di emergenza. Invitano chi li capta a tenere gli occhi ben aperti, perché lì qualcosa non va. Così, anche il gatto più tranquillo, appena entra dal veterinario, si trova immerso in un’atmosfera carica di tensione.

Basta un odore nell’aria, e il panico si diffonde.


Messaggi d'amore...a suon di "pasta".


Hai presente quando il gatto ti “impasta” con le zampe, premendo ritmicamente su di te o su una coperta morbida?

Quello si chiama “fare la pasta” ed è un vero toccasana per lui: durante questo gesto, il micio rilascia endorfine, si rilassa, fa le fusa e si lascia completamente andare.

È come tornare ai tempi da cucciolo, quando faceva questo movimento sulla pancia della mamma per stimolare la poppata.


Anche da adulto, il gatto continua a farlo perché quel gesto gli ricorda un momento di totale benessere e sicurezza, anche se ormai non ne esce più latte!

Insomma, impastare significa “sono felice e mi sento a casa”.


Quindi, quando il tuo micio ti impasta, in realtà ti sta lasciando un messaggio: “Sei il mio posto sicuro”.

 

 Foto di Karly Jones
 Foto di Karly Jones

Ma c’è un altro lato della storia: impastando, il gatto attiva delle ghiandole odorifere nei cuscinetti delle zampe, segnando te o la coperta come “sua roba”.


È un modo tutto suo per dire: “Qui sto bene, questo è il mio territorio”.


Attenzione però!

Se il gatto, oltre a fare la pasta, comincia a succhiare tessuti o parti del tuo corpo, potrebbe essere un segnale che è stato separato dalla mamma troppo presto e ripropone un comportamento da cucciolo per sentirsi più sicuro. In questo caso è necessario comprendere il disagio che sta vivendo e aiutarlo a diventare più sicuro.


Impastare può anche essere un modo per scaricare stress o tensione, un po’ come le fusa: una vera e propria coccola per consolarsi.

Sovente si vedono gatti che impastano dentro una gabbia di un rifugio, magari perché sono stati abbandonati.


Quel gesto è il loro modo di affrontare una situazione difficile.

Insomma, fare la pasta è molto più di un semplice movimento: è un piccolo grande messaggio di amore, sicurezza e benessere.


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